Un aiuto per i nuclei familiari
Da pochi giorni ha preso il via ufficiale il nuovo Reddito di inclusione che nelle intenzioni del Governo deve servire a dare un sostegno economico alle famiglie in difficoltà in cambio di un patto con i richiedenti, un impegno nella ricerca di lavoro, di scolarità per i minori presenti nel nucleo familiare, una re inclusione sociale in sostanza. Questo è il senso del provvedimento che da pochi giorni ha visto l’apertura delle domande e in questo breve periodo già sono oltre 500 le domande inviate solo nella città di Torino, una delle città italiane che vede una massiccia presenza di persone in difficoltà. Secondo statistiche ufficiali, infatti, il 20% dei torinesi vive al disotto della soglia di povertà, 154 mila famiglie che sono cresciute, come numero, a dismisura dal 2008 ad oggi. In ogni città italiana, tuttavia la presenza di famiglie sotto la soglia di povertà è notevole, un fenomeno preoccupante che contrasta con i dati che raccontano di un miglioramento dell’economia, di un incremento del reddito medio.
Cosa prevede il Reddito di inclusione
Il reddito di inclusione prevede l’erogazione di un sostegno economico a favore di persone in stato di grave difficoltà, pari a 190 Euro per le persone sole e in crescita graduale con l’aumento del numero di persone che compongono il nucleo familiare fino ad arrivare alla somma di circa 485 Euro per famiglie di cinque o più componenti. Si sta discutendo, nell’ambito della Legge di Bilancio, di un incremento fino a 50 Euro per questi nuclei più numerosi. L’erogazione avviene con una carica sulla specifica carta Rei che può essere usata per pagare gli acquisti ma anche, nel limite del 50% anche per prelievo di contanti. Alcune critiche giungono da parti politiche che mettono in evidenza come il Reddito di Inclusione sia riservato a persone di età superiore a 55 anni, sostituendo la precedente Social Card, di entità inferiore ma senza vincoli di età.