Home Economia Un lavoro da 8,44 ore al mese: possibile?

Un lavoro da 8,44 ore al mese: possibile?

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lavoro precario

Un record nella provincia di Asti?

Parliamo spesso delle statistiche riguardanti il lavoro, dell’andamento della disoccupazione e di come stiano aumentando i posti di lavoro ma altrettanto mettiamo spesso in risalto come tanti, forse anche troppi di questi posti di lavoro siano precari, contratti a termine che non permettono di programmare la vita, gli impegni, affrontare un mutuo che nessuna banca, peraltro, concederebbe a fronte di un contratto a termine. Pur in tutta questa precarietà, almeno tutti questi lavoratori almeno temporaneamente possono contare su un reddito, magari anche modesto ma con cui affrontare la vita quotidiana. Un record di precarietà arriva dalla provincia di Asti dove una persona ha accettato un contratto di lavoro che prevede la sua prestazione lavorativa nei servizi di una grande azienda per un totale di 1,95 ore settimanali, distribuite in tre giorni, praticamente meno di 40 minuti al giorno, 8,44 ore al mese, ovviamente con la paga relativa al tempo contrattuale.  La persona ha accettato perché questa è l’unica opportunità, se così si può chiamare dopo tanti mesi di ricerca di un lavoro.

Cosa si fa con 8,44 ore al mese?

Non sappiamo quale sia la paga oraria prevista in questo caso ma possiamo ragionevolmente presumere che sia in linea con la miseria di ore di lavoro offerte ma questo caso incredibile non è un caso unico: Giorgia Perrone, segretario generale Provinciale di Nidil Cgil, rivela di essere a conoscenza di altri 4/5 casi analoghi solo nel 2017 e che la persona in questione ha accettato tale contratto contando su un successivo incremento della prestazione lavorativa richiesta che, ad oggi, non si è verificato. L’azienda che ha proposto questo contratto dimostra, evidentemente di non tenere in minimo conto la dignità della persona, di non vergognarsi affatto di una simile proposta indecente. Il problema è che contratti di questo genere, anche se non si arriva a limiti analoghi, contano come persona occupata, andando a ridurre il numero di disoccupati ma è proprio così?